Una giovinezza immersa nella bellezza e nel dolore
Nata a Vienna il 31 agosto 1879, Alma Mahler respirò arte fin dall’infanzia. Figlia della cantante Anna von Bergen e del pittore paesaggista Emil Jakob Schindler, visse in una casa frequentata da artisti e intellettuali. Iniziò a comporre musica a nove anni e si formò con Alexander von Zemlinski, con cui ebbe anche una breve relazione. Dopo la morte del padre e il matrimonio della madre con Carl Moll, sviluppò un’indole forte e indipendente.
L’incontro con Gustav Mahler e la rinuncia alla musica
Nel 1901, durante una cena, Alma Mahler conobbe Gustav Mahler e gli disse: «La tua musica non mi piace». Lui, colpito, la invitò a una prova orchestrale. Commosso da quella riconciliazione emotiva, il compositore la sposò nel 1902. La loro unione, però, spense il talento di Alma, obbligata da Mahler ad smettere di comporre per diventare “una moglie devota”. Ebbero due figlie: Maria, morta a cinque anni, e Anna, futura scultrice.

Alma Mahler PH WP
Amori inquieti e passioni travolgenti
Dopo una crisi matrimoniale, Alma Mahler intrecciò una relazione con l’architetto Walter Gropius, poi con il pittore Oskar Kokoschka, che la immortalò in quadri come La sposa del vento. Rifiutò di diventare la musa passiva di un altro uomo, abortì il figlio del pittore e tornò da Gropius, con cui si sposò e diede alla luce Manon, morta a diciotto anni. Il pittore, devastato, fece costruire una bambola con le sue fattezze.
Nuovi inizi tra guerra, esilio e letteratura
Dopo il divorzio da Gropius, Alma Mahler sposò lo scrittore Franz Werfel nel 1929. La guerra li costrinse a fuggire: attraversarono Francia, Spagna, Portogallo fino agli Stati Uniti, dove lui scrisse Il canto di Bernadette. Dopo la sua morte nel 1945, Alma si trasferì a New York, divenendo una figura centrale del mondo culturale e pubblicando le lettere di Mahler – bruciando però le proprie.
Un’eredità che va oltre la musica
Dei suoi brani restano solo sedici lieder, pubblicati nel 2009 insieme a quelli di Gustav Mahler, ma Alma Mahler lasciò molto di più: fu una donna che osò vivere come voleva. Le sue memorie, Mein Leben e And The Bridge Is Love, insieme ai ritratti biografici di Cate Haste e al film Alma Mahler, la passione (2023), raccontano una donna che non si lasciò mai ridurre al ruolo di musa, ma si impose come fuoco creativo, artefice del proprio destino.
A cura di Veronica Aceti
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