“La legge Brambilla funziona ed è una grande vittoria di civiltà per l’Italia”. A dirlo è Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per i Diritti degli Animali e dell’Ambiente (LEIDAA). A circa due mesi dall’entrata in vigore della normativa, l’onorevole traccia un bilancio positivo, con oltre cento segnalazioni e mobilitazioni sul territorio e interventi immediati delle forze dell’ordine. La legge ha acceso i riflettori su reati per troppo tempo ignorati.

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Reati e sanzioni previste dalla Legge Brambilla
Dall’entrata in vigore del 1° luglio, la cronaca nazionale ha riportato numerosi episodi: segnalazioni dei cittadini, interventi delle forze dell’ordine, denunce delle Procure e prime condanne. Tra i reati più contestati figurano l’abbandono, il maltrattamento e l’uccisione degli animali. Sono previste pene severe e multe fino a 60mila euro. L’introduzione del divieto di detenzione del cane alla catena rappresenta una novità assoluta in Italia.
Esempi concreti arrivano da tutta Italia: a Taranto il caso del cane eroe Bruno, a Mantova il blitz dei Carabinieri Forestali, a Sassari la denuncia contro un proprietario per maltrattamenti. A Fabbrico in Emilia-Romagna la storia di Diego ha scosso un’intera comunità. Episodi simili sono stati segnalati anche a Naro, Gravina in Puglia, Senerchia, Sassoferrato, Giugliano, Bagno a Ripoli, Palermo e Trieste.

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Una nuova cultura per la tutela degli animali
Per la prima volta gli animali sequestrati possono essere affidati ad associazioni, evitando il rischio di tornare a chi li maltrattava. Più cittadini denunciano, più le autorità intervengono: il quadro culturale e giuridico è cambiato, gli animali sono soggetti senzienti tutelati dalla legge.
“Siamo passati dallo scandalo che indigna alla giustizia che funziona”, afferma Michela Vittoria Brambilla. LEIDAA pratica una politica di “tolleranza zero” denunciando ogni reato contro gli animali. È l’inizio di una nuova stagione per la tutela degli animali in Italia.
A cura di Davide Cannata
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