Un ruolo che tocca il cuore
“Couture” racconta la storia di Maxine, una regista americana chiamata a girare un cortometraggio durante la Paris Fashion Week, la cui vita cambia dopo una diagnosi di cancro al seno. Un ruolo che riflette profondamente l’esperienza personale dell’attrice, che da tempo parla apertamente delle proprie scelte di salute e prevenzione, trasformando la fragilità in forza pubblica. «Mi riconosco in alcune parti del personaggio», ha detto ai giornalisti, «ma non l’ho interpretato per me stessa. L’ho fatto per chi ha vissuto la malattia come una fine, quando può diventare l’inizio di una nuova consapevolezza».
Oltre il cinema
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Il film, presentato anche in anteprima in Canada e Spagna, a Roma ha trovato un pubblico caloroso e rispettoso: persone che hanno accolto un’artista che non si limita a recitare, ma riflette e agisce. In conferenza, Jolie ha parlato di temi globali che le stanno a cuore: «Ho visitato rifugiati in tutto il mondo per molti anni. Conosciamo i diritti umani, ma spesso non vediamo la loro reale applicazione. È il momento di chiederci quanto siano efficaci i sistemi internazionali e cosa possiamo fare come cittadini del mondo». Le sue parole hanno avuto l’effetto di un manifesto, pronunciate con la calma determinazione di chi sa quanto sia potente la propria voce.
Eleganza e forza sul red carpet
Sul red carpet, tra flash e applausi, ogni dettaglio del suo look trasmetteva la stessa filosofia: sobrietà, energia e autenticità. I capelli biondo platino mossi con naturalezza, il trucco leggero, la postura elegante ma rilassata: Jolie ha dimostrato ancora una volta che la vera presenza scenica nasce dall’equilibrio tra forza interiore e grazia esteriore. A distanza di alcuni anni dal suo ultimo passaggio al festival, quando aveva incantato con un abito argentato Versace per “Eternals”, il suo ritorno romano segna una maturità più profonda, quasi meditativa. Angelina Jolie, oggi, è un’icona che non ha bisogno di trasformarsi per restare rilevante: le basta esserci, con la calma forza di chi ha attraversato il dolore trasformandolo in luce.
A cura di Nora Taylor
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