Intellettuale controcorrente
Michela Murgia è stata molto più di una scrittrice: è stata una pensatrice audace, una intellettuale che ha saputo attraversare la contemporaneità con lucidità, passione e un coraggio raro. La sua voce, sempre chiara e incisiva, ha risuonato con una forza capace di smuovere le coscienze, aprire dibattiti e mettere in discussione dogmi e stereotipi. La sua scrittura non si è mai limitata a raccontare storie: ha costruito mondi, riflessioni e alternative possibili.
Tra narrazione e attivismo

Michela Murgia PH IG
Nata in Sardegna nel 1972, Michela Murgia ha sempre fatto della sua terra e delle sue radici un punto di partenza per esplorare tematiche universali. Il suo romanzo più celebre, Accabadora (2009), le è valso il Premio Campiello e l’ha consacrata come una delle voci più potenti della letteratura italiana contemporanea. Il libro affronta con straordinaria delicatezza e profondità il tema della maternità atipica e del confine labile tra vita e morte, rivelando la capacità di Murgia di trasformare la narrativa in una lente attraverso cui osservare le complessità dell’animo umano.
Ma la sua scrittura non si è mai fermata alla narrativa. Con saggi come Istruzioni per diventare fascisti e Stai zitta, ha saputo coniugare analisi politica e ironia tagliente, creando strumenti di pensiero critico per chiunque volesse comprendere i meccanismi del potere e del linguaggio.
Un’attivista instancabile
Michela Murgia non ha mai avuto paura di esporsi. Ha combattuto per i diritti civili, per il femminismo, per l’inclusione e contro le disuguaglianze, sempre con una determinazione e una coerenza che l’hanno resa una figura imprescindibile nel panorama culturale italiano. La sua voce si è levata in difesa delle minoranze, delle donne, della comunità LGBTQ+, spesso sfidando con fermezza i poteri forti e le narrative dominanti.
La sua capacità di interpretare il presente e di denunciarne le storture non si è mai piegata alla prudenza o alla convenienza. Il suo pensiero è stato scomodo, necessario, spesso rivoluzionario. Ha insegnato che la cultura non è un rifugio, ma un campo di battaglia dove si costruisce il futuro.
Un’eredità potente
Oltre alla scrittura e all’attivismo, Michela Murgia ha lasciato un’eredità umana straordinaria. Ha mostrato che è possibile vivere senza paura, amare senza compromessi, esprimersi senza autocensura. Il suo pensiero ha acceso discussioni, ispirato giovani intellettuali e dato forza a chi si sentiva senza voce.
La famiglia Queer: casa è chi ti scegli
Uno dei concetti più rivoluzionari che Michela Murgia ha portato avanti con fierezza è stato quello della famiglia queer. Ha smontato la narrazione tradizionale che vuole la famiglia fondata solo sui legami di sangue, affermando con forza che la vera casa è quella costruita con le persone che si scelgono, giorno dopo giorno, nel rispetto reciproco e nell’amore autentico. Per lei, la famiglia non era un’imposizione biologica, ma una dichiarazione d’intenti, un atto di volontà e cura reciproca. Il suo esempio ha dato speranza a chi si è sempre sentito fuori posto, dimostrando che esistono legami più forti del destino, quelli costruiti con la libertà di essere se stessi.
Chirù: Il Mio Libro Preferito
Tra le sue opere, Chirù è stato per me il libro più significativo. È un romanzo che esplora il potere delle relazioni asimmetriche, il fascino ambiguo della conoscenza e la complessità dell’insegnamento della vita. Attraverso le parole di Eleonora, Michela Murgia ci guida in un viaggio intenso, scomodo eppure profondamente rivelatore. Frasi come ‘Quando insegni a qualcuno a vedere, non puoi più scegliere cosa vedrà’ racchiudono la profondità del suo pensiero e la sua capacità di rendere la scrittura un’arma di consapevolezza. Chirù mi ha toccato nel profondo, mi ha messo di fronte a domande scomode e mi ha mostrato la potenza delle dinamiche umane, in tutta la loro bellezza e crudeltà.
Il Coraggio di Parlare della Malattia
Michela Murgia ha affrontato la sua malattia con una sincerità disarmante, senza mai nascondersi, senza mai arretrare di fronte alla realtà. Ha scelto di raccontare il suo percorso con la stessa lucidità e passione che hanno sempre caratterizzato il suo impegno, trasformando anche il dolore in un’occasione di riflessione collettiva. Con la sua voce ha insegnato che la vulnerabilità può essere un atto di forza, che la condivisione può essere una forma di resistenza e che la fine della vita non è necessariamente una resa, ma può essere vissuta con dignità e coerenza fino all’ultimo respiro.
Michela Murgia è stata un faro nella notte, una guida per chi non accetta le ingiustizie e un’icona per chi crede che la parola abbia ancora il potere di cambiare il mondo. La sua assenza lascia un vuoto enorme, ma le sue parole continuano a risuonare, vive, pronte a generare ancora nuove scintille di pensiero e cambiamento.
Le volevo bene. La mattina in cui lessi della sua dipartita, un nodo mi serrò la gola e piansi.
Il mondo ha perso una voce irrinunciabile, una mente audace che non ha mai smesso di sfidare l’inerzia e la paura. Ma Michela Murgia non è svanita: abita ogni parola scritta, ogni idea accesa, ogni battaglia che continua. La sua eredità è un incendio di pensiero che nessun silenzio potrà mai spegnere.