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Fiori sopra l’inferno

Il dolore che fiorisce tra le pagine di un thriller, ci sono i bambini, la neve e il mostruoso dell'essere umano

by Veronica Aceti
Fiori sopra l'inferno

Un’indagine tra la neve e le ombre dell’anima

C’è una montagna di neve e silenzio che custodisce i segreti. E tra i suoi alberi che sembrano testimoni muti dell’orrore, cammina Teresa Battaglia, ispettore dall’anima sfilacciata ma ancora capace di amare.
Questo romanzo, “Fiori sopra l’inferno” di Ilaria Tuti, è molto più di un thriller: è un grido sordo, una carezza fredda sulla pelle, un viaggio in un dolore antico che si nasconde nei boschi e nei ricordi.

Fiori sopra l'inferno

Fiori sopra l’inferno PH IG

Teresa Battaglia: la forza nascosta nella fragilità

Teresa è ciò che resta dopo che la vita ha smesso di essere gentile. Una donna ferita, stanca, che lotta con l’ombra dell’Alzheimer e con le cicatrici del passato, ma che non smette di difendere chi è fragile, chi ha subito, chi ha perso troppo presto. In lei non c’è eroismo scintillante, ma una tenerezza ruvida e incrollabile, che commuove più della trama stessa.
E accanto a lei c’è Massimo Marini, giovane, inesperto, a tratti goffo, ma affamato di senso, di comprensione. Il loro rapporto è una danza dolente: una madre che non vuole esserlo, un figlio che non sa di cercarla. Eppure si cercano, si graffiano, si capiscono, come due anime in punta di piedi nel buio.

L’infanzia violata: il cuore spezzato del romanzo

Il cuore del romanzo, però, fa male.
Fa malissimo leggere di quei bambini a cui è stata negata l’infanzia.
È uno squarcio nel petto, un’urgenza che lacera. La brutalità subita da piccoli esseri umani che avrebbero dovuto solo giocare, ridere, amare. E invece… sono diventati ombre, strumenti, sopravvissuti.
Tuti non ci risparmia il dolore, ma ce lo racconta con una grazia che lascia disarmati. È come se la sua penna posasse fiori su una tomba, e ogni parola fosse un gesto d’amore verso chi non ha avuto voce.

Un thriller necessario, scritto con grazia e verità

Questo libro non è per cuori leggeri.
Ma va letto perché è scritto con una maestria che non mente. Perché Ilaria Tuti sa scavare nell’umanità, sa cucire thriller e poesia, paura e compassione, indagine e maternità. Sa dare dignità a ogni ferita.

E quando arrivi all’ultima pagina, non hai solo letto un giallo. Hai guardato negli occhi la sopravvivenza.Hai incontrato la forza nascosta dietro la fatica di stare in piedi. Hai conosciuto Teresa Battaglia. E ti è rimasta dentro.

A cura di Veronica Aceti
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