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Il tempo che non basta mai,l’ansia da prestazione quotidiana

Non solo lavoro e scuola: anche l'amore deve funzionare

by Veronica Aceti
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Dare il massimo anche nell’amore, nell’amicizia, nel weekend.La trappola del vivere performante

C’è un’espressione che ormai rimbalza ovunque: “bisogna dare il massimo”. Ma cosa succede quando questo massimo non ha mai un tetto, un confine, un punto d’arrivo? Accade che l’ansia da prestazione si infiltra ovunque, anche dove dovrebbe esserci pace, respiro, libertà.

Non riguarda solo il mondo scolastico o lavorativo. Oggi, la pressione di performare si estende all’amore, all’amicizia, alla genitorialità, perfino al tempo libero. Se non sei abbastanza produttivo anche nel weekend, ti senti in colpa. Se non ami abbastanza bene, abbastanza intensamente, abbastanza romanticamente, ti senti sbagliato.

In questa corsa infinita a funzionare bene, a rispondere alle aspettative, ci si dimentica di essere umani. Si diventa progetti da ottimizzare, non persone da vivere.

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Anche il riposo è diventato una prestazione da misurare

Dormire otto ore, meditare, bere due litri d’acqua, spegnere il telefono prima di dormire, leggere dieci pagine di un libro, svegliarsi con gratitudine.
La serenità ha ormai una checklist.

Invece di rilassarsi, ci si allena a farlo nel modo corretto, con i parametri giusti, altrimenti si fallisce anche nel riposo. Riposare male diventa un difetto personale, non una conseguenza collettiva di un sistema malato.

Questa trappola ha un nome: ansia da prestazione generalizzata. Non ha orari né ruoli precisi. Ti accompagna ovunque. Ti dice: devi essere bravo anche a essere felice.

Essere invece che rendere

Cosa succederebbe se tornassimo all’essere, non al rendere?
Se la giornata valesse anche solo per aver respirato, per aver abbracciato qualcuno, per aver guardato il cielo?

Non si tratta di mollare ogni ambizione. Si tratta di scegliere quando e dove valga la pena di impegnarsi. E quando, invece, sia sacrosanto lasciarsi andare.

Perché non tutto deve avere un senso. Non tutto deve essere utile. Non tutto deve migliorarti. Alcune cose devono solo farti bene.

Il futuro chiede lentezza, non velocità

Viviamo in un tempo che ci inganna: ci convince che solo chi corre ce la fa. Ma chi corre sempre, prima o poi, si perde.
L’urgenza di rallentare è la vera rivoluzione del nostro tempo.
Non per fare di meno. Ma per tornare a scegliere cosa vale la pena fare davvero.

Forse il segreto non sta nel fare tutto, ma nel scegliere cosa fare con amore e cosa lasciare andare senza sensi di colpa.

E forse, proprio lì, ci aspetta la pace che cerchiamo da sempre.

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