C’è qualcosa di ipnotico nel luccichio di una pietra preziosa, un fascino che va oltre il semplice accessorio e tocca le corde del desiderio e della bellezza eterna. A Milano, questa magia è andata in scena pochi giorni fa, trasformando la storica sede di Finarte in un palcoscenico di lusso sfrenato. L’asta di “Gioielli Importanti” del 24 e 25 novembre si è conclusa con numeri da capogiro, totalizzando oltre 2 milioni e mezzo di euro, il miglior risultato di sempre per la maison nel settore gioielli.

Immaginate una sala dove collezionisti da tutto il mondo si contendono, tra telefoni che squillano e rilanci online, pezzi di storia e artigianato. Il risultato? Una rivalutazione del 110% rispetto alle basi d’asta e l’80% dei lotti venduti. Ma quali sono stati i veri protagonisti di questa favola moderna?
Il “Re” dell’asta: un rubino Bulgari da batticuore
Se c’è un gioiello che ha fatto fermare il respiro a tutti i presenti, è stato senza dubbio il lotto 655. Stiamo parlando di un anello modello Trombino firmato Bulgari, un classico intramontabile, che custodiva un rubino birmano di 4,00 carati.
Non è stato un semplice acquisto, ma una vera e propria battaglia di stile: dopo una gara serratissima con oltre quindici collegamenti telefonici internazionali, questo capolavoro è stato battuto alla cifra record di 248.150 euro. Un pezzo che incarna il sogno di ogni donna: elegante, potente e assolutamente indimenticabile.
La rivincita del blu: zaffiri e creazioni vintage
Non solo rosso rubino. L’asta ha confermato che il blu profondo degli zaffiri continua a esercitare un fascino magnetico. Un anello con uno zaffiro birmano di oltre 15 carati, dall’intensità cromatica straordinaria, ha raggiunto i 126.150 euro.
Ma le vere sorprese sono arrivate dai pezzi firmati che hanno superato ogni aspettativa. Un esempio? L’anello firmato Mario Buccellati (lotto 102): partiva da una base di 8.000 euro ed è volato fino a 48.030 euro, dimostrando che lo stile italiano non conosce crisi. Tra le altre meraviglie, una deliziosa borsetta da sera in oro e diamanti e un bracciale rigido scultura di David Webb, perfetti per chi cerca un lusso sofisticato e mai banale.

Perché investire (o sognare) ora?
Che si tratti di collezionismo o di puro amore per il bello, il messaggio è chiaro: la qualità ripaga sempre. Come sottolineano le esperte Clara Arata e Vittoria Tomasini, curatrici dell’asta, in un momento di instabilità globale, i gioielli — specialmente quelli firmati o con pietre rare — restano un “porto sicuro”.
Dalle creazioni di fine Ottocento ai brand iconici come Van Cleef & Arpels e Pomellato, la vendita ha saputo incantare una platea internazionale. Perché in fondo, regalarsi (o farsi regalare) un gioiello non è solo un investimento economico, ma un investimento in felicità.
A cura di Laura Farnesi
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