Chiara Ferragni, l’influencer e imprenditrice digitale più seguita in Italia, ha trovato una soluzione al contenzioso legale noto come “Pandorogate”. Questo caso è esploso quando si è scoperto che le vendite di pandori e uova di Pasqua, promosse da Ferragni come iniziative benefiche, avevano già ricevuto il contributo destinato alla beneficenza prima della promozione. La denuncia del Codacons, associazione di consumatori, accusava Ferragni di pubblicità ingannevole, sostenendo che la beneficenza non fosse stata realmente realizzata come dichiarato.
Un risarcimento di 3,4 milioni per chiudere il caso
Per porre fine alla controversia, Chiara Ferragni ha accettato di versare una somma complessiva di 3,4 milioni di euro, un pacchetto che include multe, donazioni e risarcimenti. Di questa cifra, 1 milione di euro è stato destinato come multa all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, mentre altri 1 milione di euro sono stati donati all’ospedale Regina Margherita di Torino, e 1,2 milioni di euro a un’associazione che sostiene bambini con disabilità. In aggiunta, Ferragni ha dovuto risarcire 150 euro a ciascuno dei 160 acquirenti che avevano acquistato i pandori coinvolti nel caso.
Come parte dell’accordo, Chiara Ferragni ha anche effettuato una donazione di 200.000 euro a un’associazione scelta dal Codacons, che aiuta le donne vittime di violenza. In cambio, il Codacons ha deciso di ritirare le denunce legali, ponendo fine alla battaglia legale. Il compromesso ha permesso di risolvere la questione, evitando ulteriori procedimenti legali.
Le critiche al comportamento di Ferragni
Nonostante l’accordo, Chiara Ferragni non è riuscita a sfuggire alle critiche. Alcuni media e personaggi pubblici, come Selvaggia Lucarelli, hanno accusato l’influencer di aver cercato di “comprare” la sua uscita dalla polemica con il denaro. Secondo alcuni, Ferragni avrebbe utilizzato questa somma per pulire la sua immagine pubblica piuttosto che risolvere genuinamente la questione. La stampa ha inoltre messo in discussione l’effettiva trasparenza della beneficenza promossa dall’influencer.
Molti osservatori hanno anche sollevato il tema della trasparenza nel mondo degli influencer e nel marketing digitale. La vicenda ha portato alla luce la necessità di regole più chiare, specialmente riguardo alle campagne pubblicitarie che dichiarano scopi benefici, ma che potrebbero risultare fuorvianti.
La lezione per il marketing degli influencer
Il caso “Pandorogate” rappresenta un campanello d’allarme per il mondo del marketing degli influencer, sempre più sotto esame da parte delle autorità e del pubblico. Chiara Ferragni ha deciso di chiudere il capitolo con un risarcimento economico, ma questo potrebbe non bastare a ripristinare completamente la sua immagine agli occhi di tutti. La vicenda ha fatto emergere dubbi sulla responsabilità degli influencer nel promuovere iniziative che coinvolgono il pubblico, suggerendo la necessità di maggiore trasparenza nelle operazioni commerciali e nelle campagne benefiche.
Nonostante la fine di questa battaglia legale, l’episodio solleva interrogativi sul futuro del marketing digitale e sulla gestione dei rapporti tra celebrità, consumatori e associazioni di difesa. Ferragni potrebbe dover lavorare duramente per ristabilire la fiducia del pubblico, mentre il Codacons ha dimostrato che è possibile portare avanti azioni legali efficaci quando si ritiene che i diritti dei consumatori siano violati.
A cura di Nora Taylor
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