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Dismorfia da filtro: non riconoscersi più allo specchio

Scopri cos'è la dismorfia da filtro, il fenomeno per cui sempre più donne non si riconoscono più, confuse tra la propria immagine reale e quella ritoccata

by Laura Farnesi
dismorfia da filtro non riconoscersi più allo specchio (2)

Hai mai avuto la strana sensazione, dopo aver scattato diverse foto con i filtri, che la persona allo specchio non sia più del tutto “tu”? Se la risposta è sì, non sei sola. Un fenomeno psicologico sempre più diffuso, soprattutto tra le donne, sta silenziosamente rimodellando il nostro rapporto con l’immagine corporea: la dismorfia da filtro.

dismorfia da filtro non riconoscersi più allo specchio

Cos’è la dismorfia da Snapchat?

Conosciuta anche come “Snapchat dysmorphia”, questa condizione descrive l’incapacità di conciliare l’immagine digitale di sé – perfezionata da filtri che assottigliano il naso, riempiono le labbra e levigano la pelle – con il riflesso reale che vediamo ogni giorno. Non è più solo insoddisfazione per un difetto, ma una vera e propria distorsione percettiva. Il sé filtrato diventa il nuovo standard, l’unico accettabile, mentre il volto reale appare come un’estranea, piena di imperfezioni da correggere.

Le conseguenze psicologiche: oltre lo schermo

L’impatto di questa discrepanza tra reale e digitale è profondo:

Ansia e depressione: La frustrazione di non corrispondere all’ideale creato dagli algoritmi può erodere l’autostima e portare a stati d’ansia, soprattutto in contesti sociali “senza filtro”.

Comportamenti ossessivi: Il controllo compulsivo allo specchio, l’evitamento delle foto non ritoccate o la continua ricerca di angolazioni “vincenti” diventano rituali quotidiani.

Desiderio chirurgico irrealistico: Come riportano molti chirurghi plastici, sempre più pazienti arrivano in studio mostrando la propria foto filtrata, chiedendo di “diventare quella persona”. Un desiderio pericoloso, perché la chirurgia non è un’app di fotoritocco e quei risultati sono spesso biologicamente irraggiungibili.

Perché i filtri ci influenzano così tanto?

I filtri non sono più solo giochi. Sono diventati curatissimi strumenti di bellezza standardizzata che sfruttano principi psicologici potenti. Ogni volta che usiamo un filtro, il nostro cervello riceve un rinforzo positivo immediato: una versione “migliore” e socialmente approvata di noi stessi. Con il tempo, questo condiziona la nostra percezione, creando un’aspettativa irreale che la realtà non può soddisfare.

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Ritrovare sé stesse: tre passi per riconnettersi con la realtà

Digiuno digitale consapevole: Prova a dedicare del tempo ogni giorno lontana dai social o, almeno, evita di usare filtri modificanti. Osserva le tue emozioni quando ti guardi allo specchio senza il “preconcetto” del filtro.

Amplia il tuo orizzonte di bellezza: Segui account che celebrano la diversità e la naturalezza. Ricorda a te stessa che la bellezza umana è fatta di imperfezioni, asimmetrie e espressioni genuine, non di standard omologati.

Cerca un supporto psicologico: Se l’angoscia legata alla tua immagine sta influenzando la tua serenità e la tua vita quotidiana, parlare con un psicologo può essere fondamentale. Non è un segno di debolezza, ma un atto di forza e amore verso te stessa. Un professionista può aiutarti a smantellare le distorsioni cognitive e a ricostruire un’immagine di sé più sana e integrata.

La vera bellezza non risiede nella perfezione di un filtro, ma nell’autenticità della tua unica individualità. Riconoscerla è il primo passo per ritrovarsi.

A cura di Laura Farnesi

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