Emanuela Tittocchia torna al varietà con “E che Domenica!”

emanuela tittocchia

Il varietà rivive su Canale 8 con “E che Domenica!”

Attrice, conduttrice e volto amatissimo del piccolo schermo, Emanuela Tittocchia ha costruito una carriera brillante spaziando tra teatro, cinema e televisione. Nota al grande pubblico per i suoi ruoli in soap di successo come Centovetrine e Un posto al sole, oltre che per la partecipazione a programmi popolari della tv, Emanuela è con Ciro Villano, alla guida di “E che Domenica!, il nuovo appuntamento in diretta su Canale 8, canale 14 del digitale terrestre, dalle ore 14,00 alle ore 18,00.  Il programma, coprodotto da Canale 8 e Gt Channel, nasce da un’idea di Tony Florio e Ciro Villano, per la regia di Mario Albano. Un ritorno al varietà di un tempo, con un mix di musica, giochi, ospiti e approfondimenti, co-condotto con Ciro Villano e curato con l’esperienza di una grande squadra creativa, che rende omaggio alla grande tradizione napoletana, riscoprendo il gusto della risata sana, pulita e ricca di contenuti.

“E che Domenica” punta a ricreare l’atmosfera di una piazza. Come mai questa scelta?

«Era il mio sogno fare questo tipo di trasmissione perché mi mancava. Ho iniziato ad amare la televisione quando c’era Renzo Arbore con “Indietro tutta” e quando c’era “Fantastico”. Poi è iniziato “Buona Domenica” con la Cuccarini e Columbro e all’interno del programma c’erano i giochi, la band, gli ospiti e quella era la televisione, ma anche la Rai, con “Domenica In” faceva quel tipo di intrattenimento domenicale. È la televisione che piace a me».

Sui principali canali si è estinto questo tipo di intrattenimento?

«Oggi è scomparso il varietà. Ho sempre fatto tanta tv, però c’era un po’ più di gioco, di intrattenimento. Ogni tanto vengono proposti degli esperimenti, come le tre serate con Morandi, o con Il Volo, però non possiamo paragonarli a una trasmissione che dura tutta la stagione, come era Fantastico, che iniziava a settembre e finiva con l’Epifania».

Cosa troviamo, nel dettaglio a “E che domenica” che ci rimanda al varietà del passato?

«Abbiamo tanti ospiti e facciamo molti sketch, con attori veri. È una cosa meravigliosa. Ci troviamo il sabato e tutto il giorno facciamo le prove degli sketch. È bellissimo».

In quest’era di social network e distacco, quanto è importante contribuire con un’autenticità a livello televisivo?

«Secondo me tantissimo, infatti abbiamo i riscontri della gente. Il programma va in onda su Canale 8 e si vede in Campania e in qualche altra zona centro-sud, però c’è il canale streaming, c’è YouTube, quindi è visibile in tutto il mondo. In trasmissione abbiamo vari momenti, in particolare, ce n’è uno con le telefonate da casa. Si possono vincere dei premi, ed è divertente, perché ci sono le domande che scrive Ciro Villano, che fanno ridere. Prima di scegliere la chiave che dovrebbe aprire lo scrigno dove ci sono i premi, bisogna rispondere a delle domande particolari, quindi è una cosa molto divertente».

I giochi con le telefonate funzionano ancora?

«Tantissimo! La regia ci dice che riceviamo tantissime telefonate. Il pubblico prova a chiamare, ma è sempre occupato. Si vede che chi ci segue si diverte e ha voglia di tornare a quel tipo di televisione».

Com’è nata l’idea di fare questo programma?

«Sono contentissima di aver accettato questa proposta. Quando mi ha chiamata Tony Florio, proprietario di GT Channel, ero al settimo cielo. Lui è un amico storico e in quell’occasione mi disse: “Guarda, sono con Ciro Villano e pensavo di fare un varietà domenicale, quattro ore di diretta”. Senza togliere niente a nessuno, sugli ascolti noi tocchiamo i 50.000! Il bello di questo programma è anche il gioco che si crea tra di noi, con tutto il gruppo. Nascono delle dinamiche, ed è proprio bello. È come se fosse un grande circo, dove ognuno ha il suo ruolo e dove tutti siamo indispensabili, l’uno per l’altro».

A proposito di ruoli, “E che domenica” è un programma che ha un sacco di contenuti: c’è un segmento che senti più tuo rispetto ad altri?

«Sicuramente, tutti i momenti in cui io posso essere ironica e fare un po’ di comicità, perché io arrivo dal teatro comico. Dicono che forse non ho capito la battuta, ma in realtà, l’ho già capita e ho già risposto con un’altra battuta. Sono nata con il teatro brillante e ho sempre portato in scena cose comiche, ho presentato e ho avuto tanto a che fare con la comicità. Mi diverto, poi ho una parte molto comica, che però molti non conoscono. Forse dipende dal fatto che mi hanno conosciuta meglio con “CentoVetrine” e altri ruoli in cui è emersa una parte un po’ più seria».

È più difficile realizzare un programma di questo tipo in diretta?

«Io sono abituata al teatro e anche alle dirette, perché ho fatto Pomeriggio Cinque per tantissimi anni con Barbara D’Urso, cioè dovevo essere sveglia in diretta. Ho imparato tantissime cose da lei, che è una grandissima professionista, che ha dato tantissimo all’azienda, facendo ciò che le era stato chiesto di fare».

C’è tanta allegria nel tuo programma, ma ci sono anche temi sensibili. Quale tema è fondamentale trattare oggi?

«Abbiamo rubriche di approfondimento. Tra i tanti, c’’è Mariachiara Casillo che parla di nutrizione e benessere e abbiamo Francesco Emilio Borrelli, rappresentante delle istituzioni, che è coraggioso ma riceve minacce su minacce, perché scoperchia cose che sappiamo. Tutta la Campania, è molto sensibile a questi temi, perché vive quel problema e spera che qualcuno porti a una soluzione».

Sei attrice e conduttrice: quale dimensione senti più affine?

«Se potessi scegliere cosa fare, sceglierei di fare la conduzione di trasmissioni televisive, però non di cronaca e attualità. Faccio sempre la differenza tra conduttrice e donna di spettacolo, sono due cose diverse. Abbiamo tante conduttrici e abbiamo poche donne di spettacolo, secondo me, perché la donna di spettacolo per antonomasia, era e rimane la Carrà. Oggi, spesso le conduttrici sono giornaliste prestate alla conduzione ma non è ciò che intendo io. Per me la conduttrice sa fare una battuta, sa cantare. Poi, sceglierei di proseguire anche con il teatro. Fatto e scritto bene, con testi belli e una buona regia».

A cura di Katya Malagnini
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