La casa rimane un punto di riferimento importante per milioni di italiani, diventando un luogo prezioso dove coltivare relazioni autentiche quotidiane. Secondo una ricerca di HomeExchange, condotta con Metrica Ricerche, la maggioranza preferisce un’ospitalità spontanea, semplice e senza eccessivi formalismi organizzativi. Il 62% degli intervistati sceglie un approccio pratico, ottimizzando il tempo e lasciando da parte l’ossessione per i dettagli inutili.
Gli italiani sanno creare momenti indimenticabili anche con piccoli gesti, regalando emozioni autentiche in contesti semplici e sinceramente vissuti insieme. Un aperitivo al tramonto sul terrazzo, una cena condivisa guardando la finale in televisione, diventano occasioni importanti e significative. Anche una festa per il primo compleanno del proprio figlio rappresenta un evento speciale, vissuto con amore, semplicità e coinvolgimento affettivo.
Queste situazioni quotidiane mostrano come l’ospitalità non richieda grandi sforzi, ma piuttosto un reale desiderio di condivisione emotiva sincera. L’accoglienza più apprezzata nasce dal cuore, e non dalla perfezione, valorizzando ogni momento vissuto con le persone a cui vogliamo bene.
I giovani perfezionisti si distinguono nelle scelte organizzative
Una parte minoritaria degli italiani ama pianificare ogni dettaglio con cura. Soltanto il 26% degli intervistati dedica tempo alla preparazione della casa e del menù, con picchi tra i 25 e i 35 anni, dove questa percentuale raggiunge il 31%. Gli altri si affidano all’efficienza o all’improvvisazione strategica, come nel caso della fascia tra i 55 e i 64 anni, dove il 10% dichiara di gestire tutto all’ultimo momento.
Questo dato mette in evidenza un atteggiamento più rilassato da parte delle generazioni adulte, che preferiscono godersi l’esperienza anziché stressarsi con i preparativi. Le generazioni più giovani, invece, sentono il bisogno di dimostrare cura e attenzione, anche attraverso i dettagli.
Le aree geografiche riflettono diverse tradizioni culturali
La ricerca mostra una forte disparità tra Nord, Centro e Sud Italia. Il 31% delle persone che vivono nel Sud e nelle Isole riceve frequentemente ospiti, confermando la vocazione all’accoglienza di queste regioni. Invece, il 19% degli abitanti del Nord e il 18% del Centro non organizza mai incontri domestici.
Queste differenze rispecchiano radici culturali profonde. Il Sud conserva l’ospitalità come valore familiare e sociale, mentre le regioni settentrionali sembrano più orientate alla privacy e al tempo individuale. Tuttavia, anche nel Nord, le nuove generazioni mostrano segnali di cambiamento, desiderose di riprendere il piacere dello stare insieme.
La pulizia batte l’atmosfera e il cibo tra le priorità
La cura della casa rappresenta la principale preoccupazione per chi riceve ospiti. Il 41% degli italiani dà massima priorità all’igiene degli spazi. Questo valore raggiunge il 51% tra i ragazzi dai 18 ai 24 anni, dimostrando una sensibilità particolare da parte dei più giovani. La qualità del cibo servito conta per il 26% del campione, mentre il 16% si concentra sull’atmosfera generale.
I cittadini con più di 65 anni mostrano un’inversione di tendenza: per loro il cibo viene prima di tutto. Solo il 21% degli over 65 si preoccupa principalmente della pulizia, ma ben più della metà considera il piacere gastronomico il cuore dell’ospitalità. Questo dato conferma l’attenzione verso la tradizione culinaria tipica delle generazioni passate.
Il contributo degli invitati resta un gesto, non un obbligo
Quando si parla di cosa portare a una cena, gli italiani si rivelano generosi: il 72% preferisce offrire tutto senza aspettarsi nulla. Solo il 9% preferirebbe una divisione delle spese. Questo dato racconta una cultura in cui l’ospitalità rimane un dono disinteressato.
Il galateo conferma questa abitudine: gli ospiti dovrebbero limitarsi a portare elementi di supporto, come un vino o un dessert, e non prendersi carico del menù principale. Questo equilibrio preserva l’eleganza e la leggerezza dell’invito, senza trasformare l’evento in un’operazione condivisa.
HomeExchange trasforma l’ospitalità in stile di vita
La visione di HomeExchange, con oltre 200.000 membri nel mondo e più di 8.000 utenti italiani, si basa su un concetto di accoglienza che unisce fiducia, gentilezza e rispetto reciproco. I membri della community non solo si scambiano le abitazioni, ma si prendono cura delle case ricevute con attenzione e riconoscenza.
Emmanuel Arnaud e Charles-Edouard Girard, i fondatori del progetto, hanno costruito un network solido dopo aver portato al successo la piattaforma GuesttoGuest. In seguito hanno acquisito Trampolinn, Itamos, HomeForHome, Knok, Echangedemaison e NightSwapping, unificandoli sotto il nome HomeExchange nel 2018. Oggi l’azienda ha sedi a Cambridge e Parigi, e impiega 140 persone.
Con l’app mobile gratuita su iOS e Android, chiunque può unirsi alla community, creare un profilo aggiornato, esplorare destinazioni e avviare conversazioni. Il sito ufficiale www.homeexchange.it completa l’offerta, garantendo un accesso semplice e intuitivo al mondo dello scambio casa.
A cura di Martina Russo
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