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La salute mentale passa (anche) per la bocca: ecco come

Aumentare volontariamente la salivazione porta ad una maggiore calma. La respirazione “humming” e le pratiche che inducono rilassamento attraverso la bocca

by Laura Farnesi
la salute mentale passa (anche) per la bocca ecco come

Lo stretto legame esistente tra benessere psicologico e salute della bocca è noto da tempo alla comunità scientifica, ma è anche un’esperienza comune a molti: in situazioni di forte stress – prima di un esame, un colloquio o durante un conflitto – la bocca si asciuga improvvisamente. Un sintomo frequente e fastidioso, che non sempre si risolve semplicemente bevendo.

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Bocca asciutta? Colpa dello stress.

“Una buona salivazione è strettamente connessa al benessere psicofisico”spiega la prof.ssa Maria Beatrice Toro, psicologa e psicoterapeuta, che ha recentemente curato per Curasept, azienda italiana leader nella salute orale, un’indagine sul legame tra sorriso e salute mentale. “Quando siamo sotto stress intenso, il sistema nervoso simpatico si attiva e inibisce temporaneamente funzioni come la digestione e la produzione di saliva. Al contrario, in condizioni di tranquillità, è il sistema parasimpatico – tramite il nervo vago – a consentire l’attività digestiva e in particolare la salivazione, che mantiene umide le mucose.”

Durante episodi di ansia o tensione, il corpo privilegia funzioni vitali come la frequenza cardiaca o la contrazione muscolare, penalizzando attività come la salivazione.  “Questo fenomeno non è solo una reazione fisiologica: segnala un legame profondo tra equilibrio mentale e funzioni corporee apparentemente “secondarie”, come la salivazione, che ha invece un ruolo chiave nel nostro benessere quotidiano” chiarisce l’esperta. Tanto che, nel caso in cui la bocca diventa secca in modo persistente e patologico si parla di xerostomia e diventa opportuno consultare un professionista della salute orale.

Lo studio: il potere calmante della salivazione.

Lo studio qualitativo mediante focus group condotto dalla prof.ssa Toro e dalla sua équipe ha indagato la relazione bidirezionale tra stress e bocca asciutta e ha fatto emergere un dato di grande rilievo. Se, da un lato, lo stress riduce la salivazione, aumentare volontariamente la salivazione può a sua volta generare una sensazione di calma. La sessione ha dimostrato che pratiche di rilassamento – come il mindful eating e specifici esercizi per stimolare le ghiandole salivari – attivano il sistema nervoso parasimpatico favorendo uno stato di quiete e sicurezza. I benefici sono stati particolarmente evidenti nei partecipanti con maggiore predisposizione all’ansia.

Guidati in una sequenza di movimenti della lingua, del volto e tecniche di respirazione diaframmatica, i partecipanti sono stati condotti verso l’attivazione del nervo vago fino a produrre un aumento della salivazione, sperimentando una calma ritrovata. Si tratta della “respirazione humming”, esercizio già validato nella pratica clinica. “L’attivazione del nervo vago, anche tramite esercizi semplici, può contribuire a una maggiore produzione di saliva e a una sensazione generale di benessere. In alcuni casi, questo effetto può essere sostenuto anche da prodotti specifici – come spray o compresse – progettati per contrastare la secchezza della bocca” osserva la prof.ssa Toro.

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Curasept: Portiamo consapevolezza sul legame mente-bocca.

Questo nuove evidenze confermano quanto la salivazione, spesso trascurata, sia un indicatore dello stato di salute mentale” commenta Marta Giovannardi, Biostatistician and Quality Assurance Specialist di Curasept. “Sosteniamo da sempre la ricerca per studiare soluzioni innovative, ma anche per diffondere consapevolezza su come la salute della bocca sia profondamente connessa al benessere dell’intero organismo, compresa la mente”. 

La respirazione “humming”: come funziona.

La respirazione humming consiste nell’espirare emettendo un suono di ronzio (“hum”) che, grazie alla vibrazione prodotta, stimola il nervo vago e favorisce il rilassamento. Questa tecnica regolarizza la frequenza cardiaca, favorisce la salivazione e riduce i livelli di stress. “È una pratica che abbiamo introdotto da tempo nella nostra attività clinica e che spesso risulta più efficace, per semplicità e impatto, rispetto a tecniche di respirazione più tradizionali” aggiunge la prof.ssa Toro.

Ecco, quindi, come portare nel quotidiano la respirazione humming in 4 mosse:

1 – in un luogo tranquillo e in posizione confortevole, inspira profondamente dal naso

– espira emettendo un suono: un “mmm” continuo, come se stessi canticchiando a bocca chiusa

3 – lascia che la vibrazione che senti nel petto e nella gola ti faccia entrare in uno stato di benessere e relax

– ripetere per almeno 3 volte, meglio ancora per qualche minuto.

La respirazione humming fa parte delle tecniche bottom up, pratiche che agiscono direttamente sul corpo per influenzare positivamente la mente attraverso la stimolazione del sistema nervoso parasimpatico. Lavorando “dal basso verso l’alto”, queste pratiche aiutano il corpo a inviare segnali di sicurezza al cervello, facilitando uno stato emotivo più stabile e sereno.

La meditazione con “il sorriso sulla bocca”: quando il sorriso aiuta la mente.

Utilizzare il “potere” del nervo vago per produrre rilassamento attraverso una maggiore salivazione non è l’unico modo per usare la bocca per portare calma alla mente.

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La meditazione del sorriso è una pratica semplice ma profondamente rigenerante, che consiste nel portare un leggero sorriso sulle labbra, scoprendo i denti, durante la respirazione consapevole. Questo piccolo gesto, mantenuto con naturalezza, attiva delicatamente muscoli facciali legati al benessere emotivo e stimola il nervo vago, contribuendo a ridurre lo stress e favorire uno stato di calma.

Il sorriso – commenta Marta Giovannardi – è un veicolo di relazioni e benessere psicologico. Prendersene cura significa occuparsi non solo della propria salute orale, ma anche  del benessere psicologico oltre che fisico”.

D’altro canto, lo stesso studio, mostra anche come la capacità di accogliere e “leggere” il sorriso altrui sia correlata a superiori abilità comunicative generali, maggiore empatia e inclinazione all’ascolto attivo, dunque maggiore benessere relazionale e mentale.

Se vuoi saperne di più, vai al QR per la pratica guidata condotta dalla prof.ssa Toro sul sito Curasept

A cura di Laura Farnesi

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