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Papa Leone XIV: una Chiesa di pace, dialogo e vicinanza

una Chiesa di pace, vicina alla gente, guidata dal dialogo e dalla misericordia.

by Martina Russo
leone xiv (ph web)

Roma, giovedì 8 maggio, le ore 18 sono trascorse da pochi minuti.

Avvolta da un silenzio rumoroso eppure solenne che sembra contenere il respiro del mondo, piazza S. Pietro è gremita di fedeli giunti da ogni angolo del pianeta: l’atmosfera che si respira è quella festosa dell’attesa. Poi, dal vecchio comignolo posto sul tetto del grande palazzo viene fuori lei, la “fumata” già nera nelle precedenti tre volte, adesso è inequivocabilmente bianca. Ancora qualche minuto di attesa, infine, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, la voce del cardinale protodiacono, Dominique Mamberti, con una malcelata emozione annuncia: «Habemus Papam».

Poi appare Lui: il cardinale statunitense – con cittadinanza anche peruviana – Robert Francis Prevost, ora Papa Leone XIV. Il suo volto tradisce l’emozione del momento, ma anche la calma di chi sa che le parole pronunciate avranno un peso eterno.

Leone XIV parla con semplicità e decisione per 8 minuti, lasciando da parte orpelli e retorica. Il suo primo saluto è quello di Cristo Risorto: “La pace sia con voi”. Un inizio forte, dirompente, che subito lascia intendere quale sarà il tono dell’intero discorso. In quelle prime frasi, pronunciate con accento statunitense e scandite con cura, il nuovo Papa ha voluto indicare la via che intende percorrere: una Chiesa di pace, vicina alla gente, guidata dal dialogo e dalla misericordia.papa leone xiv (ph wb)

Nel cuore del suo intervento, Leone XIV rivolge un pensiero carico di affetto e rispetto al suo predecessore, che sembra “materializzarsi” accanto a lui: tutto nelle parole del neo eletto ricordano Papa Francesco e la parola “PACE” (ripetuta oltre 10 volte), diventa per Prevost, “DISARMATA, DISARMANTE, UMILE e PERSEVERANTE”.

Quindi il nuovo Papa vuole camminare sulle orme di Francesco, proseguirà nel progetto di una Chiesa sinodale, accogliente, povera e missionaria. Concetti che ha ripetuto più volte, quasi come un mantra: “Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce.” . Nel suo discorso non vi è stato alcun gesto eclatante, alcuna frase a effetto. Solo parole autentiche, pronunciate con la convinzione di chi crede davvero che la fede, il dialogo e la carità siano ancora in grado di cambiare il mondo.

Segue il suo discorso in versione integrale.

La Pace sia con tutti voi.

Fratelli, sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel nostro cuore, giungesse alle vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi. Questa è la pace di Cristo risorto. Una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio. Dio che ci ama tutti incondizionatamente. Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole, ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva a Roma. Il Papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero. Quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione. Dio ci vuole bene. Dio vi ama tutti e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi, gli uni gli altri, a costruire i ponti con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo, sempre in pace. Grazie a Papa Francesco.

Voglio ringraziare anche tutti i confratelli cardinali che hanno scelto me per essere successore di Pietro. Camminare insieme a voi come chiesa unita, cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura per proclamare il Vangelo, per essere missionari.

Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano, che ha detto: “Con voi sono cristiano e per voi vescovo”. In questo senso, possiamo tutti camminare insieme verso quella patria il quale, la quale Dio ci ha preparato.

Alla chiesa di Roma un saluto speciale.

papa leone xivDobbiamo cercare insieme come essere una chiesa missionaria, una chiesa, una chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte a tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo, l’amore. E se mi permettono anche una parola, un saluto a tutti, in modo particolare al Perù. Un popolo fedele ha accompagnato dal suo Vescovo, ha condiviso la sua fede, tanto, tanto, essendo chiesa fedele di Cristo. A tutti voi fratelli e sorelle di Roma, di Italia, di tutto il mondo, vogliamo essere una chiesa sinodale, una chiesa che cammina, una chiesa che cerca sempre la pace, cerca sempre la carità, cerca sempre di essere vicino, specialmente a coloro che soffrono. Oggi il giorno della supplica alla Madonna di Pompei. Nostra madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione, il suo amore. Allora vorrei pregare insieme a voi.

Preghiamo insieme per questa nuova missione, però per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo, e chiediamo questa grazia speciale di Maria, nostra madre”.

Dopo la preghiera rivolta alla Vergine Maria, Papa Prevost ha impartito, come da tradizione, la benedizione Urbi et Orbi che implica l’indulgenza plenaria per tutti coloro che la ascoltano.

 

A cura di Daniela Giuffrida

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