Quel gusto perduto di avere tempo

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Con questa rubrica, amiche care che mi state leggendo, vorrei restituirvi il sogno che vi è stato rubato, quello di permettervi di essere donne, oltre a tacchi e trucco, in quella felicità di vivere che ci stanno ammazzando. Vogliamo indietro il lusso di avere tempo per noi, per i nostri amati, per la possibilità di continuare a crescere dentro. Ridateci il diritto di essere sincere, di smettere di farci gareggiare tra di noi per restare sempre al top e non scadere mai, come una mozzarella vecchia andata a male. Ridateci il tempo perché invecchiare non vuol dire valere meno ma valere di più, accrescendo di saggezza e di sapere. La differenza tra ricchi e poveri è solo la quantità di tempo a disposizione. E tu, quanto tempo hai?

Le lotte del femminismo ci hanno portato alla tanta agognata libertà. Al punto che la donna d’oggi è libera di fare quello che normalmente farebbero circa otto persone: è libera di fare la mamma di due figli, il loro autista, il cuoco di famiglia, la domestica che rassettare la casa, la capodomestica che si premura di pagare bollette e ordinare la burocrazia di casa, l’agenzia viaggi che organizza le vacanze, la psicologa di marito e figli e, occasionalmente, quando non cade a pezzi a letto la sera, anche l’amante, ma in pigiamone e senza trucco. La ragazza eccitante e leggera che i nostri uomini avevano conosciuto durante il corteggiamento ha fatto posto a una moglie eternamente afflitta dalla stanchezza e spesso sovra o sottopeso per questo. Perché non ha mai tempo.

Perché la libertà di lavorare fuori casa non ha risparmiato le donne dall’essere tutto il resto, sicché esse si trovano a ritagliarsi tra un lavoro part-time che permetta loro di stare panche a casa dove la mole di lavoro è così intensa da farti esclamare alla fine del weekend: “Tesoro, domani vado a riposarmi in ufficio come te!” Le nottate insonni finché i figli compiono due anni, e poi le nottate insonni a comprimere in 12 ore quello che bisognerebbe fare in 20. Le donne non dormono mai. Il loro essere multitasking assomiglia, più che a una dote, a una condanna.

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Eppure noi volevamo la parità, almeno di salario, anche se poi ci si dimentica che il lavoro casalingo dovrebbe venir almeno un po’ retribuito, perché se si facesse il calcolo di cosa dovrebbe essere pagata quello che una volta era chiamata la massaia, non basterebbe il salario normale di due mariti.

Le casalinghe di lusso invece, a tutte le latitudini, hanno tempo. Delegano alle domestiche cameriere autisti babysitter le dure mansioni di casa diventando regine del jet set e, tra una cena di beneficenza e un cocktail con le amiche da immortalare in Instagram, mostrano quello spiraglio su un mondo alla Kardashian che fa sentire le altre tante Cenerentole sull’orlo di una crisi di nervi. A chi non piacerebbe giocare alla barbie principessa come Paris Hilton che dell’essere casalinga di lusso ha fatto il suo lavoro? La passeggiata con i cagnolini nell’enorme giardino, le foto in cucina davanti alle pentole con il suo nome, le foto nel suo guardaroba, i figli progettati in un utero in affitto perché le viene l’ansia di gravidanza (o non piuttosto l’ansia di mettere da parte finalmente il proprio ego per lasciare che il tuo corpo venga trasformato – e anche sformato – da qualcosa che è comunque più grande di te nel miracolo divino della creazione?)

Abbiamo adorato la principessa Diana perché era come un cartone animato disneyano: ella si muoveva tra le mura di casa che erano quelle dello stato di Inghilterra assistendo a celebrazioni ed eventi pubblici proprio come una brava massaia deve fare. Mentre le femministe correvano per le strade d’Europa proclamando la parità e l’emancipazione, Diana era la dea Demetra: la moglie e la madre di stato. Con i suoi vestiti principeschi, il capo leggermente girato verso la spalla, con lo sguardo basso, un po’ dimesso, rappresentava quella grazia femminile che stava scomparendo. E per questo resta ancora un mito intramontabile: perché ha fatto sognare generazioni che il sogno della famiglia felice ci fosse davvero, anche se poi il sogno è stato distrutto da una realtà che l’ha contraddetto.

Ma oggi vi dico, amiche: prendetevi il tempo di sognare con me e cambieremo il mondo. Anche con questa rubrica, cambieremo almeno il nostro.

A cura di Melanie Francesca
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