Risponde questa settimana alle nostre domande la dott.ssa Silvia Bassi, psicologa forense – Esperta in Psicodiagnostica e Criminologia – CTP che collabora con l’Associazione Senza Veli Sulla Lingua a Milano.

Dott.ssa Silvia Bassi, formazione con gli studenti ph ig
Quali sono i segnali più comuni di violenza psicologica che una donna può subire e che spesso passano inosservati?
Per prima cosa mi sento di dire che segnali ci sono, il problema è che spesso vengono minimizzati o normalizzati, perché possono apparire come aspetti tollerabili all’interno della relazione. Tuttavia, è già in questa fase che si manifestano i primi indicatori di una possibile relazione disfunzionale. Tra i segnali più frequenti che possono emergere in una donna che subisce violenza — e che purtroppo spesso non vengono riconosciuti tempestivamente — vi sono la progressiva perdita di autostima e fiducia in sé stessa, il senso di inadeguatezza e il dubbio rispetto alle proprie capacità ed efficacia personale, indotte dalle dinamiche di svalutazione messe in atto dal partner. Un altro elemento che emerge con frequenza è l’isolamento sociale, in quanto la donna tende gradualmente ad allontanarsi da amici e familiari, a causa di dinamiche di controllo e gelosia messe in atto dal partner. Possono, inoltre, manifestarsi cambiamenti significativi di natura fisica, psicologica e comportamentale, come disturbi d’ansia, sintomi depressivi, riduzione dell’autostima, accompagnati da irritabilità, sensi di colpa e vergogna. Nella maggior parte dei casi, la donna tende a sentirsi responsabile del comportamento violento del partner, per la dinamica di controllo svalutazione che si è instaurata nel corso della relazione si è instaurata.
Ci tengo però a sottolineare che la responsabilità di un atteggiamento o di un comportamento violento ricade esclusivamente su chi lo mette in atto.

Convegno in Regione Lombardia con gli esperti di Senza Veli Sulla Lingua ph ig
Quali strumenti o percorsi offre la vostra associazione per aiutare le donne a riconoscere e affrontare la violenza psicologica?
Un’associazione che si occupa di violenza di genere può offrire supporto psicologico, legale e sociale. Grazie ai diversi professionisti che collaborano con l’associazione, la donna ha la possibilità di essere seguita a 360 gradi: c’è sempre qualcuno disponibile ad ascoltarla, rispondere ai suoi dubbi e accogliere paure e frustrazioni. Il servizio offerto consente di non sentirsi sola nell’affrontare la situazione di violenza. I professionisti coinvolti collaborano per costruire un percorso personalizzato che permetta alla donna di riconoscere la violenza, elaborare il vissuto di colpa che deriva da percezioni distorte e indotte dalle dinamiche di controllo del partner, ricostruire la propria autostima e riappropriarsi della propria libertà, indipendenza, così da continuare il suo percorso di vita con stabilità e sicurezza.
Grazie a questo lavoro di rete, la donna può finalmente sentirsi ascoltata e compresa, non giudicata, in ciò che sta affrontando, sia dal punto di vista psico-emotivo che da quello legale. Inoltre, può essere accompagnata anche nella gestione dei figli, spesso coinvolti nella dinamica di violenza, grazie al supporto dei professionistio dell’Associazione.
Come possono familiari, amici o colleghi sostenere efficacemente una donna vittima di violenza psicologica senza metterla ulteriormente a rischio?
L’aspetto più importante è non abbandonarla. Anche quando, per le dinamiche di controllo messe in atto dal partner e per sentimenti di colpa e vergogna che potrebbe provare, tende ad allontanarsi e a isolarsi socialmente, è fondamentale rimanere presenti e farle sentire che il supporto c’è e rimane. A volte basta un messaggio, una chiamata, senza essere invasivi, per ricordarle che non è sola.
Sentirsi ascoltata e sapere che qualcuno le dà attenzione sono elementi fondamentali, è importante non giudicare o fornire soluzioni immediate o pretendere che faccia delle scelte. La persona vicina rispetta i tempi della donna vittima di violenza, accoglie quello che lei vuole raccontare e si sente di condividere, senza farla sentire sotto pressione.
Per aiutare in modo concreto si possono offrire informazioni sui servizi di supporto o sui centri antiviolenza o su Associazioni che si occupano di violenza di genere, sempre rispettando i suoi tempi.
Il sostegno più efficace e importante è quello di una presenza attenta, che accoglie ed ascolta, senza giudicare e fare pressione; in questo clima di rispetto e fiducia la donna può trovare la forza e il desiderio di chiedere aiuto.