Home AttualitàIntervisteSenza Veli Sulla Lingua

Senza Veli Sulla Lingua

Si parla troppo poco ancora di violenza psicologica sulle donne

by Veronica Aceti
Senza Veli Sulla Lingua

Risponde questa settimana alle nostre domande la dott.ssa Silvia Bassi, psicologa forenseEsperta in Psicodiagnostica e Criminologia – CTP che collabora con l’Associazione Senza Veli Sulla Lingua a Milano.

Dott.ssa Silvia Bassi, formazione con gli studenti ph ig

Dott.ssa Silvia Bassi, formazione con gli studenti ph ig

Quali sono i segnali più comuni di violenza psicologica che una donna può subire e che spesso passano inosservati?

Per prima cosa mi sento di dire che segnali ci sono, il problema è che spesso vengono minimizzati o normalizzati, perché possono apparire come aspetti tollerabili all’interno della relazione. Tuttavia, è già in questa fase che si manifestano i primi indicatori di una possibile relazione disfunzionale.  Tra i segnali più frequenti che possono emergere in una donna che subisce violenza — e che purtroppo spesso non vengono riconosciuti tempestivamente — vi sono la progressiva perdita di autostima e fiducia in sé stessa, il senso di inadeguatezza e il dubbio rispetto alle proprie capacità ed efficacia personale, indotte dalle dinamiche di svalutazione messe in atto dal partner. Un altro elemento che emerge con frequenza è l’isolamento sociale, in quanto la donna tende gradualmente ad allontanarsi da amici e familiari, a causa di dinamiche di controllo e gelosia messe in atto dal partner. Possono, inoltre, manifestarsi cambiamenti significativi di natura fisica, psicologica e comportamentale, come disturbi d’ansia, sintomi depressivi, riduzione dell’autostima, accompagnati da irritabilità, sensi di colpa e vergogna. Nella maggior parte dei casi, la donna tende a sentirsi responsabile del comportamento violento del partner, per la dinamica di controllo svalutazione che si è instaurata nel corso della relazione si è instaurata.
Ci tengo però a sottolineare che la responsabilità di un atteggiamento o di un comportamento violento ricade esclusivamente su chi lo mette in atto. 

Convegno in Regione Lombardia con gli esperti di Senza Veli Sulla Lingua 

Convegno in Regione Lombardia con gli esperti di Senza Veli Sulla Lingua  ph ig

Quali strumenti o percorsi offre la vostra associazione per aiutare le donne a riconoscere e affrontare la violenza psicologica?

Un’associazione che si occupa di violenza di genere può offrire supporto psicologico, legale e sociale. Grazie ai diversi professionisti che collaborano con l’associazione, la donna ha la possibilità di essere seguita a 360 gradi: c’è sempre qualcuno disponibile ad ascoltarla, rispondere ai suoi dubbi e accogliere paure e frustrazioni. Il servizio offerto consente di non sentirsi sola nell’affrontare la situazione di violenza. I professionisti coinvolti  collaborano per costruire un percorso personalizzato che permetta alla donna di riconoscere la violenza, elaborare il vissuto di colpa che deriva da percezioni distorte e indotte dalle dinamiche di controllo del partner, ricostruire la propria autostima e riappropriarsi della propria libertà, indipendenza, così da continuare il suo percorso di vita con stabilità e sicurezza.
Grazie a questo lavoro di rete, la donna può finalmente sentirsi ascoltata e compresa, non giudicata, in ciò che sta affrontando, sia dal punto di vista psico-emotivo che da quello legale. Inoltre, può essere accompagnata anche nella gestione dei figli, spesso coinvolti nella dinamica di violenza, grazie al supporto dei professionistio dell’Associazione.

Come possono familiari, amici o colleghi sostenere efficacemente una donna vittima di violenza psicologica senza metterla ulteriormente a rischio?

L’aspetto più importante è non abbandonarla. Anche quando, per le dinamiche di controllo messe in atto dal partner e per sentimenti di colpa e vergogna che potrebbe provare, tende ad allontanarsi e a isolarsi socialmente, è fondamentale rimanere presenti e farle sentire che il supporto c’è e rimane. A volte basta un messaggio, una chiamata, senza essere invasivi, per ricordarle che non è sola.
Sentirsi ascoltata e sapere che qualcuno le dà attenzione sono elementi fondamentali, è importante non giudicare o fornire soluzioni immediate o pretendere che faccia delle scelte. La persona vicina rispetta i tempi della donna vittima di violenza, accoglie quello che lei vuole raccontare e si sente di condividere, senza farla sentire sotto pressione.
Per aiutare in modo concreto si possono offrire informazioni sui servizi di supporto o sui centri antiviolenza o su Associazioni che si occupano di violenza di genere, sempre rispettando i suoi tempi.
Il sostegno più efficace e importante è quello di una presenza attenta, che accoglie ed ascolta, senza giudicare e fare pressione; in questo clima di rispetto e fiducia la donna può trovare la forza e il desiderio di chiedere aiuto.

A cura di Veronica Aceti

Potrebbe anche piacerti

error: Il contenuto è protetto!!