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Cyberbullismo, la sicurezza come cultura, la voce di Thomas Buonanno

by Veronica Aceti
senza veli sulla lingua ph ig

Thomas Buonanno, la cyber security come arma contro il cyberbullismo

 L’esperto Thomas Buonanno con la Presidente Ebla Ahmed

L’esperto Thomas Buonanno con la Presidente Ebla Ahmed

Il digitale ha cambiato il modo di vivere, comunicare, relazionarsi. Ma insieme alle opportunità sono cresciuti anche i rischi. Tra i più insidiosi, il cyberbullismo, un fenomeno che colpisce soprattutto i più giovani e che spesso lascia ferite invisibili. Per parlarne abbiamo incontrato Thomas Buonanno, Responsabile Network e Cyber Security di Sokom Srl, Innovation Manager iscritto all’Elenco MIMIT 2023, Cyber Security Analyst e Penetration Tester certificato CompTIA.

Non solo esperto di sistemi informatici per grandi aziende e Pubbliche Amministrazioni, Buonanno porta le sue competenze anche nel sociale, collaborando con l’associazione Senza Veli sulla Lingua in iniziative di sensibilizzazione. Di recente ha partecipato a un evento istituzionale promosso presso la Regione Lombardia, con un obiettivo preciso: accendere i riflettori sulla sicurezza digitale dei ragazzi.

Parlare di cyberbullismo significa educare al rispetto anche nel digitale. La sicurezza è cultura, non solo tecnologia ci spiega.

Segnali che non vanno ignorati

thomas buonanno

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Secondo Thomas Buonanno, il cyberbullismo ha due volti. Da un lato, quello più evidente: “Messaggi offensivi, minacce, commenti sessisti, diffusione non consensuale di immagini intime o insulti basati sul genere o sull’orientamento sessuale. Tutto questo avviene spesso in pubblico, nei post o nelle storie”.

Dall’altro, ci sono segnali più silenziosi, difficili da intercettare ma altrettanto gravi: esclusioni dai gruppi, allusioni velate, manipolazioni psicologiche, oppure interazioni inquietanti come continui “like” e visualizzazioni da parte di profili sconosciuti. “Un cambiamento nel comportamento della vittima — ansia, chiusura, perdita di autostima — può rivelare più di mille parole” aggiunge l’esperto.

Difendersi con consapevolezza

Oggi i social fanno parte della vita quotidiana e proteggere la propria presenza online diventa imprescindibile. “Non basta usare i social con buonsenso, servono misure concrete” afferma Buonanno. Tra queste:

  • Impostare la privacy dei profili.

  • Creare password uniche e complesse, attivando sempre l’autenticazione a due fattori.

  • Limitare la condivisione di dati e immagini personali.

  • Controllare i contatti ed eliminare chi mostra comportamenti sospetti.

  • Gestire tag e commenti, approvando quelli in cui si viene menzionati.

Strumenti a disposizione

Foto Convegno con le scuole in Regione Lombardia con Senza Veli Sulla Lingua

Foto Convegno con le scuole in Regione Lombardia con Senza Veli Sulla Lingua

Spesso gli strumenti per difendersi esistono già, ma restano nascosti sotto le impostazioni delle piattaforme. “Bloccare e segnalare gli utenti molesti è fondamentale” sottolinea Buonanno. A questo si aggiungono i filtri per parole offensive, i controlli parentali e le modalità silenziosa o restrizione di app come Instagram e TikTok, che riducono l’interazione con i profili indesiderati.

E non solo: applicazioni dedicate al monitoraggio e alla sicurezza digitale aiutano a proteggere i dati personali e a rilevare possibili tentativi di violazione.

Un impegno che va oltre la tecnologia

Per Thomas Buonanno, la sfida contro il cyberbullismo non si gioca solo sul piano tecnico. È una questione culturale. Significa insegnare il rispetto anche nello spazio virtuale, dare strumenti di protezione ma soprattutto costruire consapevolezza. “La sicurezza non è un software, è un’abitudine. Una forma di educazione” conclude.

Un messaggio che parla ai ragazzi, ai genitori, alle scuole e a chiunque viva nel digitale: la tecnologia può essere un’arma di difesa, ma solo se accompagnata da una nuova cultura del rispetto.

A cura di Veronica Aceti

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