Settembre

Settembre, il libro che mi lega per sempre alla Scozia

by Veronica Aceti
Settembre PH WP

Il rito di fine mese

Con la fine di Settembre mi concedo sempre lo stesso rito: riprendo in mano il romanzo di Rosamunde Pilcher e lo rileggo come se fosse la prima volta. Non è un semplice libro per me, ma una bussola affettiva, un richiamo potente alla Scozia che amo e che riconosco in ogni sua parola. Ho iniziato nell’adolescenza ad amare profondamente Rosamunde Pilcher e i suoi romanzi, e ancora oggi provo la stessa intensità di emozioni che sentivo allora. L’invito per i ventun anni di Katy, che fa da scintilla al racconto, diventa per me un segnale di partenza: le pagine si aprono e io torno a Strathcroy con la stessa familiarità con cui si rientra in un luogo che non smette mai di accoglierti.

Personaggi che parlano al cuore

Ogni volta mi sorprendo nello scoprire quanto i protagonisti sappiano parlarmi. Violet, con la sua saggezza austera, la sento come una guida silenziosa. Con Virginia Aird e Edmund litigo come se fossi dentro la loro casa, e spesso vorrei scuoterli per le parole che non si dicono. Alexa mi intenerisce: sgraziata, appassionata, capace di magie ai fornelli, diventa la mia complice, quella che tifo con convinzione mentre sfida il cuore chiuso di Noel. Di lui diffido, lo giudico, a volte lo comprendo, ma non smetto di seguirlo con attenzione. Poi c’è Archie, e ogni volta che compare sento il peso del suo dolore di guerra, quasi mi fosse familiare. Ma soprattutto c’è Pandora, la più magnetica di tutti, l’anima inquieta che torna dopo vent’anni di assenza. Non leggo di lei: la inseguo, la scruto, mi chiedo se davvero cerca di riavvicinarsi a Edmund o se in realtà fugge ancora da se stessa.

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La Scozia come complice

La mia passione per questo romanzo nasce anche dal paesaggio. La Scozia descritta da Rosamunde Pilcher non resta sullo sfondo, ma diventa complice, amica, amante. Nei suoi cieli bassi e mutevoli riconosco la malinconia che mi accompagna a Settembre, nei suoi prati sconfinati respiro libertà, nelle sue tempeste ritrovo la furia e la fragilità dei protagonisti. Ogni dettaglio – i picnic tra le nuvole, le distanze infinite, la brughiera battuta dal vento – alimenta la mia fascinazione per queste terre. Non è un caso che mi senta legata a Settembre più di quanto non lo sia a molti altri libri: mi offre una Scozia che posso abitare, anno dopo anno, senza mai stancarmi.

Un amore che non finisce

Fra tutti i romanzi di Rosamunde Pilcher, questo rimane il mio prediletto. Non perché sia il più perfetto in assoluto, ma perché continua a farmi compagnia come pochi altri sanno fare. Ho riso con Alexa, ho pianto con Virginia, ho discusso con Edmund, ho provato rabbia e curiosità per Noel, ho ammirato la forza silenziosa di Violet. Settembre per me non è una semplice saga familiare, ma un incontro intimo, un ponte tra la letteratura e la mia vita. Ogni volta che lo rileggo, confermo la mia passione per queste storie e per queste terre. È come tornare in Scozia senza muovermi da casa, e credetemi, è un viaggio che non smette mai di emozionarmi.
A cura di Veronica Aceti
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