In un panorama cinematografico che spesso relega le donne a ruoli stereotipati, “Wild”, il film del 2014 con una magistrale Reese Witherspoon, si erge come un faro di autenticità e forza femminile. Basato sulla storia vera di Cheryl Strayed e sul suo memoir “Wild: From Lost to Found on the Pacific Crest Trail”, il film ci porta in un viaggio intimo e brutale attraverso il selvaggio Pacific Crest Trail, ma soprattutto, dentro l’anima di una donna che cerca di ricostruirsi.
Un punto di partenza disperato
Cheryl Strayed è una donna distrutta. La morte prematura della madre, il suo grande amore e punto di riferimento, l’ha gettata in un vortice di dolore, droghe, promiscuità e un matrimonio fallito. Senza un barlume di speranza, e con un senso di smarrimento che la divora, prende una decisione radicale: percorrere più di 1.600 chilometri del Pacific Crest Trail, un impervio sentiero che attraversa California, Oregon e Washington. Un’impresa che, per una donna con nessuna esperienza di escursionismo, un equipaggiamento inadeguato e un “mostro” di zaino sulle spalle, appare quasi suicida.
La natura come specchio dell’anima
“Wild” non è solo un film sulla sopravvivenza fisica, ma un profondo viaggio interiore. Le fatiche del sentiero – le vesciche, la fame, il freddo, la solitudine, la paura – diventano metafore tangibili del peso emotivo che Cheryl porta con sé. Attraverso flashback toccanti e frammentati, scopriamo le ferite profonde che l’hanno condotta lì, e vediamo come ogni passo, ogni ostacolo superato, sia un tentativo di camminare verso la donna che sua madre avrebbe voluto che fosse.

PH Film
La natura, in tutta la sua maestosa e indifferente bellezza, funge da specchio per la sua anima tormentata. I paesaggi mozzafiato, dalle aride distese del deserto alle cime innevate, sono testimoni silenziosi della sua lotta. È qui, nella solitudine più assoluta, che Cheryl è costretta a confrontarsi con i suoi demoni, a piangere le sue perdite e a trovare, passo dopo passo, una forza che non sapeva di possedere.
Uno degli aspetti più potenti di “Wild” è la sua rappresentazione cruda e onesta della resilienza femminile. Cheryl non è un’eroina impeccabile; è fragile, imperfetta, e commette errori. Ma è nella sua capacità di rialzarsi, di continuare a camminare anche quando ogni fibra del suo corpo le urla di fermarsi, che risiede la sua vera forza. Il film non edulcora la realtà: mostra le sue paure, la sua vulnerabilità, ma anche la sua incredibile tenacia. Ci ricorda che la forza non è l’assenza di paura, ma la capacità di affrontarla.
Reese Witherspoon offre una performance di rara intensità, spogliandosi di ogni artificio per incarnare una Cheryl autentica e dolorosamente umana. Non ci sono lustrini o glamour sul Pacific Crest Trail; solo sudore, lacrime e la determinazione di una donna che sta lottando per la propria salvezza.
Un messaggio per tutte le donne
“Wild” è più di un semplice film di avventura; è un inno alla capacità delle donne di superare le proprie avversità, di affrontare il dolore e di trovare la propria strada, anche quando sembra non esserci più nessuna speranza. Ci insegna che a volte, per ritrovarsi, è necessario perdersi completamente. È una storia che risuona profondamente con chiunque abbia mai affrontato un lutto, una delusione o un momento di profondo smarrimento.

PH Film
Il viaggio di Cheryl Strayed è la prova che non abbiamo bisogno di cavalieri in armatura scintillante per salvarci. A volte, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una montagna da scalare, una strada da percorrere, e la ferma convinzione che, anche quando cadiamo, abbiamo la forza di rialzarci e continuare.
Hai mai sentito il bisogno di intraprendere un “viaggio selvaggio” per ritrovarti?
A cura di Viola Bianchi
Leggi anche: Milano detta il ritmo della moda maschile 2026
Seguici su: Instagram e Facebook