«Ascolta bene quel che ti dico bambina. Io so cos’è l’amore e l’amore non è nebbia che la stagione asciuga. È come il suono. Sembra andato ma intanto ti ha trasformata. Entrato dentro per sempre, nella forma di una parola che ti ha benedetta o di una musica che accompagna i tuoi giorni.
L’amore mio sarà con te quando giochi, quando dormi, quando ti alzi, quando cammini per strada, quando ti addormenti, anche quando non lo sentirai. Lo ritroverai nelle piante che coltiverai e nei fiori che disegnerai. Ti sorprenderà alle spalle come un gatto, che può scappare quando ti giri ma c’era e non eri sola. Allora il desiderio te lo farà cercare nelle persone che incontri e il desiderio è forte e ti confonde. Il seduttore non sa l’amore, vuole prendere quel che si può solo ricevere ma sa la forza del desiderio e le sue leggi. Non è il primo desiderio, né il secondo o il terzo l’amore. È quello che resta dopo l’incendio, dopo l’inganno che invece sì è nebbia e la prima luce arriva come un regalo e lo umilia nel suo esser nulla.»
Seduzione, desiderio e il gioco sottile dei sentimenti
In Una storia quasi perfetta di Mariapia Veladiano, il lettore viene catapultato in un universo di tensioni sottili e attese sospese. La narrazione scorre tra sguardi, gesti misurati e silenzi che parlano più di mille parole. Veladiano costruisce una storia in cui l’attrazione diventa forma d’arte, e dove ogni scelta rivela più dell’apparenza.
Bianca e l’uomo dal fascino pericoloso
Al centro del romanzo c’è Bianca, professoressa appassionata e attenta osservatrice del mondo, e l’anonimo proprietario di un’azienda di design, uomo che incarna il fascino irresistibile del classico Don Giovanni. Bianca presenta una serie di disegni ispirati ai fiori, opere delicate e sensuali, capaci di catturare l’attenzione e la curiosità dell’uomo. È questo incontro a dare il via a un gioco sottile di seduzione, desideri e tensioni emotive, dove l’attrazione si mescola a curiosità e rischio.

Mariapia Veladiano, Una storia quasi perfetta PH WP
L’arte dei fiori come specchio dell’anima
I disegni di Bianca non sono solo decorazioni: diventano strumenti di fascino, specchi dell’anima, mappe di un mondo interiore che si apre passo dopo passo. Ogni tratto, ogni dettaglio, rivela una sensibilità profonda e un’intelligenza capace di trasformare la relazione in una danza delicata e pericolosa. L’arte e il desiderio si intrecciano senza soluzione di continuità, rendendo la lettura intensa e vibrante.
Un Don Giovanni contemporaneo
L’uomo, affascinato e incuriosito, incarna il tipo di seduttore che si muove tra controllo e mistero, tra gioco e trasgressione. Non è solo l’oggetto della passione, ma anche specchio delle insicurezze e dei desideri più nascosti di Bianca. Veladiano mostra con maestria come il potere dell’attrazione possa generare piacere, conflitto e crescita, tutto insieme, senza mai banalizzare i sentimenti.
Il fascino dell’imperfezione e della verità
Il romanzo non cerca di consegnare lezioni, né di trasformare il desiderio in morale. Racconta una storia in cui la seduzione si mescola all’inganno sottile, dove la perfezione è solo un miraggio e l’imperfezione diventa il cuore pulsante della vicenda. Alla fine, ciò che resta è la consapevolezza che le relazioni, come i fiori, fioriscono e appassiscono secondo ritmi imprevedibili, lasciando dietro di sé emozioni indimenticabili.