Da oggi entra ufficialmente in vigore la Legge Brambilla, una riforma attesa da oltre vent’anni che rivoluziona il titolo IX bis del Codice Penale. Per la prima volta, la legge tutela direttamente gli animali come esseri senzienti e portatori di diritti, superando il vecchio approccio che proteggeva solo il sentimento umano nei loro confronti. Tutti gli animali, domestici, selvatici, da reddito o esotici, sono ora soggetti tutelati dalla normativa, a prescindere dalla proprietà.
Pene più severe e nuove misure concrete
La riforma introduce sanzioni più dure per reati come maltrattamenti e uccisioni, abbinate a pesanti multe. Tra le disposizioni, il divieto nazionale di tenere i cani alla catena e l’aggravante per reati commessi in presenza di minori o diffusi online.

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Michela Vittoria Brambilla, promotrice della legge, presidente di LEIDAA e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, celebra la vittoria: “Ho vinto la mia battaglia”.
La deputata di Nm racconta gli anni di impegno contro forti opposizioni: “Avevo promesso giustizia agli indifesi, e oggi ho mantenuto quella promessa”. Il suo obiettivo è stato dotare la magistratura di strumenti efficaci per colpire reati gravi non solo per la loro natura, ma anche per il disvalore etico che rappresentano. Brambilla sottolinea il legame tra violenza sugli animali e quella sulle persone, ricordando episodi tragici come quelli di Angelo (torturato nel Cosentino), Aron (bruciato a Palermo), Leone (scuoiato nel Salernitano) e Green (ucciso in Veneto).
Pareri autorevoli e applicazione immediata

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Durante un evento tenutosi oggi alla Camera, vari esperti hanno commentato la nuova legge. Il dott. Valerio de Gioia, consigliere della Corte d’appello di Roma, ha lodato l’impianto normativo: “Realizza il dettato costituzionale ponendo l’animale al centro”. L’avv. Giuseppe Belcastro, presidente della Camera Penale di Roma, ha definito il testo “radicato nella tutela del più debole tra i deboli”.
Il prof. Antonio Fiorella dell’Università La Sapienza ha affermato che “l’uomo diventa curatore dell’animale”. Il generale Giorgio Maria Borrelli, comandante del raggruppamento CITES dell’Arma dei Carabinieri, ha evidenziato gli interessi illeciti dietro lo sfruttamento degli animali: “Paragonabili al traffico di droga o armi”. I Carabinieri sono pronti a far rispettare subito le nuove norme.
Grande apprezzamento anche per la norma sull’affido definitivo degli animali sequestrati, definita da Belcastro “di grande civiltà”, che rafforza l’idea dell’animale come vero soggetto giuridico.
A cura di Viola Bianchi
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