Home AttualitàDal MondoMarie Curie, genio e corpo che hanno sfidato tutto

Marie Curie, genio e corpo che hanno sfidato tutto

Marie Curie non cercava luce: la generava, mentre il mondo le chiedeva di spegnersi

by Veronica Aceti
Marie Curie

Non aveva tempo per piacere, voleva capire

Io me la immagino Marie Curie con gli occhi bassi e la mente altissima. Una donna che non ha mai chiesto il permesso per essere intelligente. Né dolcezza né seduzione: solo formule, sostanza, esperimenti. Ha scelto la verità anche quando faceva male, anche quando bruciava. Non voleva compiacere nessuno, voleva entrare dentro la materia, strappare segreti all’universo.

Nata a Varsavia, nel cuore della Polonia oppressa, ha deciso da ragazza che il suo destino non sarebbe stato scritto da altri. Quando hanno detto che le donne non potevano studiare, lei ha risposto partendo. A Parigi, alla Sorbona, tra freddo, fame e solitudine, ha preso due lauree come chi prende fuoco: una in fisica, una in matematica.

Marie non brillava. Irradiava

Marie Curie

Marie Curie PH WP

Nel 1903, la scienza ha dovuto inchinarsi. Marie Curie è diventata la prima donna a vincere un Premio Nobel, insieme a Pierre Curie e Henri Becquerel. Studiavano le radiazioni, quei misteri invisibili che oggi chiamiamo energia. Ma Marie non si è fermata lì. Nel 1911, ha ricevuto un secondo Nobel per la chimica, da sola. Nessun’altra ha fatto lo stesso: due Nobel in due campi diversi. Un’anomalia. Un faro.

Ha scoperto il radio e il polonio, e quel secondo nome non era un caso. Marie non ha mai smesso di portare con sé la sua terra, la sua radice, la sua rabbia.

Ha insegnato alla Sorbona, dopo aver perso l’amore

Quando Pierre è morto, travolto da una carrozza, nessuno si aspettava che lei continuasse. Ma Marie Curie non ha mai obbedito ai copioni. Si è alzata e ha chiesto di insegnare. La Sorbona le ha detto sì. Nessuna donna prima aveva mai tenuto una cattedra. Lei l’ha fatto per tutte. Per chi non poteva, per chi ancora oggi fatica a essere ascoltata.

Non ha scritto solo teorie. Ha fondato un laboratorio, ha formato generazioni, ha combattuto anche nella guerra, portando apparecchiature mobili per le radiografie. Ha unito scienza e carne. Coraggio e ossessione.

Il suo corpo ha assorbito tutto. Anche ciò che l’ha uccisa

Marie Curie non ha mai smesso di lavorare. Ha respirato e toccato le radiazioni senza paura, forse senza crederci davvero, alla loro pericolosità. O forse sì, ma non gliene importava. La sua vita era tutta lì. Tra provette, formule, silenzi. Ha pagato con il sangue ciò che ci ha regalato con la mente.

Nel 1934, a Passy, è morta di anemia aplastica, avvelenata lentamente dalla luce che studiava. Ma se ne è andata con la dignità delle stelle. Quelle che cadono, sì, ma lasciano una scia che nessuno dimentica.

A cura di Veronica Aceti Leggi anche: non ti muovere

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