Senza Veli Sulla Lingua è molto più di un’associazione: è una voce che rompe il silenzio, un abbraccio concreto a chi trova il coraggio di dire basta.

Senza veli sulla lingua PH IG
Fondata nel 2013 dall’avvocato Ebla Ahmed, con la collaborazione della vicepresidente Patrizia Scotto di Santolo e della consigliera Elisa Buonanno, questa realtà si batte ogni giorno per contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme. Offrendo supporto gratuito alle vittime, promuove anche progetti di prevenzione, sensibilizzazione e percorsi sull’affettività nelle scuole italiane, affinché il cambiamento parta dalle nuove generazioni, dove nasce la speranza.
C’è una storia che vi ha particolarmente segnato? Una svolta, un gesto, uno sguardo che non dimenticate?

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Le donne che in questi anni ci hanno chiesto aiuto, hanno raccontato le loro storie con parole sofferte, disperate, accompagnate da rabbia e tante lacrime. Alcune di loro si sentivano come spezzate dentro, altre di aver perso la speranza di cambiare le cose. In tante non trovavano il coraggio di denunciare spesso per paura di non essere credute o per il timore di essere giudicate.
Queste alcune tra le frasi più ricorrenti: “Non so più chi sono”, “Mi sento in colpa”, “Non ce la faccio più”, “Meglio morire”, “Ho paura per i miei figli, e se me li portano via?”, “Sono una donna inutile”.
Parole che erano e sono un grido di aiuto alle quali non siamo rimaste indifferenti. Le abbiamo ascoltate tutte con rispetto, e le abbiamo aiutate a trovare il coraggio di uscire dalla violenza e a ricostruire la propria vita.

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Quali sono le resistenze culturali più difficili da abbattere?
Le resistenze culturali da abbattere per sradicare la violenza sulle donne sono molteplici perché la storia della legittimazione della sopraffazione maschile nei confronti delle donne
si sviluppa su vari piani che implicano violenza e potere, violenza e diseguaglianza di genere; sessualità; stereotipi di genere che confinano le donne in ruoli subalterni a quelli maschili.
Viviamo in una società ancora fortemente permeata di pregiudizi e con livello di accettabilità sociale della violenza sulle donne diffuso paradossalmente proprio tra i giovani. E i dati lo confermano.
Ecco perché è importante puntare nel nostro Paese su azioni politiche per rimuovere gli ostacoli all’autodeterminazione della donna, sviluppare soluzioni concrete contro il divario di genere e il divario salariale tra uomini e donne, spingere verso la diffusione di una cultura paritaria all’interno delle famiglie e delle istituzioni, promuovere corsi di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole basati sul rispetto e sulla libertà, sviluppare la diffusione del linguaggio di genere, scegliere messaggi pubblicitari che siano rispettosi del corpo delle donne.

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Se poteste parlare a una donna che sta leggendo questa intervista e non sa da dove cominciare, cosa le direste?
Non è semplice cambiare le cose nel nostro Paese ancora permeato di un modo maschilista di concepire le relazioni e i rapporti di potere. Si tratta di un percorso individuale e sociale molto complesso, ma invitiamo le donne che ci leggono a riflettere sul fatto che ognuna di noi può iniziare a smarcarsi da questo modo di pensare facendo essa stessa il primo passo, quello più difficile: farsi coraggio e dire Basta.
Grazie a chi ogni giorno ascolta senza giudicare, a chi si rimbocca le maniche e trasforma le lacrime in riscatto, le paure in alleanze, la solitudine in sorellanza. Grazie a chi lavora nel silenzio, accanto a chi ha perso la voce. A tutte le donne che trovano la forza di dire Basta, e a chi quella forza l’accoglie e la custodisce come un seme.
Perché ogni Basta è l’inizio di una nuova storia. E noi ci saremo, sempre, per raccontarla insieme.
Ogni settimana Ebla Ahmed e la sua associazione risponderà alle vostre domande e io, immensamente onorata, sarò il tramite.
Potrete scrivere a: senzavelisullalingua@donnanews.net