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La forza della resilienza: a Pavia l’arte racconta il tumore

"Frammenti di luce": l'evento tra arte e guarigione

by Martina Russo
frammenti di luce (ph press)

A Pavia, il 7 marzo scorso, sedici donne hanno portato in scena la loro storia di forza e trasformazione attraverso lo spettacolo “Frammenti di luce”. L’iniziativa, promossa da CNAO, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo e IRCCS Maugeri, ha celebrato la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna trasformando le cicatrici della malattia in un simbolo di bellezza e rinascita.

L’evento, ospitato dall’Almo Collegio Borromeo con il patrocinio del Comune di Pavia, è stato un viaggio artistico che ha unito danza, musica, fotografia, scultura, costumi e pittura in un percorso ispirato alla filosofia giapponese del Kintsugi, la tecnica che utilizza l’oro per riparare le crepe di ceramiche rotte, rendendole ancora più preziose.

Un percorso tra dolore e rinascita

A dare il via alla serata sono state le ballerine della Scuola MC360 di Pavia, che con la loro danza hanno rappresentato il senso di attesa e prigionia vissuto nel periodo della diagnosi. L’accompagnamento musicale è stato curato dal Maestro Eros Cristiani, direttore artistico dell’evento, il quale ha unito suoni classici ed elettronici alle voci registrate di alcune pazienti.

Di seguito, un approfondimento sul tema della resilienza ha visto gli interventi di Gabriella Pravettoni, docente di Psicologia Cognitiva e Decision Making Medico presso l’Università degli Studi di Milano e direttrice della Divisione di Psico-Oncologia dello IEO, e di Mauro Boldrini, direttore della Comunicazione di AIOM.

Successivamente, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera hanno presentato le loro opere in quattro momenti artistici distinti, ognuno rappresentante una “stagione” della malattia. L’autunno è stato dedicato alla fotografia, con un video che ha raccontato le esperienze di tre pazienti, esplorando il periodo dell’incertezza. L’inverno ha portato sul palco sculture simboliche della paura e del dolore. Con l’arrivo della primavera, le donne han sfilato indossando camici ospedalieri decorati con fili d’oro, in perfetto stile Kintsugi, per evidenziare le crepe della malattia trasformate in segni di rinascita. L’estate ha concluso il percorso con la pittura, espressione di un nuovo inizio.

L’arte come strumento di trasformazione

Secondo Claudia Augusta Botta, docente dell’Accademia di Brera, il Kintsugi rappresenta l’arte di trasformare le imperfezioni in punti di forza: “Non si tratta di nascondere le ferite, ma di valorizzarle. L’arte ci insegna che la bellezza è fatta anche di fragilità e imperfezione“. Il progetto ha coinvolto anche i docenti Cosmo Laera, Donata Lazzarini e Dani Vescovi, che hanno guidato gli studenti nella realizzazione delle opere.

A completare il quadro artistico, gli allievi del Centro Professionale CIOFS di Pavia hanno realizzato le acconciature delle protagoniste, mentre il team di Revlon, beauty partner dell’evento, ha curato il trucco ispirato al Kintsugi, con linee dorate a celebrare le cicatrici come segni di bellezza e coraggio.

Le testimonianze delle protagoniste

Tra le sedici donne che son salite sul palco, c’ erano Giorgia, Monica e Lorenza, ognuna con una storia intensa da condividere.

Giorgia, colpita dalla malattia poco più che ventenne, ha raccontato: “La mia vita si divide in avanti cancro e dopo cancro. Ho visto la morte in faccia, ma ho anche capito il valore della vita. Ora lotto per laurearmi in filosofia e realizzare i miei sogni”.

Monica, grazie alla sua esperienza, ha ritrovato la passione per la pittura: “L’arte è stata la mia terapia. Mi ha accompagnata nei momenti più difficili e mi ha fatto sentire meno sola. Il tumore non mi ha tolto la voglia di creare, anzi, mi ha dato nuovi orizzonti da esplorare”.

Lorenza ha affrontato lo stesso tumore che anni prima le aveva portato via la madre: “La paura era immensa, ma la speranza e il desiderio di veder crescere mio figlio mi hanno dato la forza di superare anche le notti più buie”.

Un messaggio di speranza e forza

A chiudere la serata, due pazienti hanno letto  una lettera a sé stesse, alternandosi con l’esibizione musicale di Eros Cristiani, che ha eseguito il brano “Costruire” di Niccolò Fabi, simbolo di resilienza e accettazione. Il sipario è calato su una coreografia finale, in cui tutte le protagoniste, unite da un lungo nastro dorato, han dato vita all’atto simbolico della riparazione e rinascita.

L’evento ha ricevuto il patrocinio di numerose associazioni del Terzo Settore, tra cui AMOS Pavia, Pavia Donna ADOS, Amiche per Mano, Antigone Pavia APS, Associazione Le Bussole, Le Perle di Lunia, Mamanonmama APS, Salute Donna Onlus e Salute Uomo, Sex and the Cancer.

Ester Orlandi, direttore del Dipartimento Clinico del CNAO e ricercatrice presso l’Università di Pavia, ha sottolineato l’importanza di un approccio multidisciplinare nella cura oncologica: “Oltre alle migliori terapie, dobbiamo fornire strumenti che aiutino le pazienti a ricostruire la propria identità dopo la malattia”.

Per Chiara Cassani, ginecologa oncologa dell’IRCCS Policlinico San Matteo, lo spettacolo è stato “un omaggio alla forza delle donne che affrontano il tumore con dignità e speranza”.

Infine, Laura Locati, direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Medica dell’IRCCS Maugeri, ha ricordato: “Le cicatrici raccontano una storia, un percorso di guarigione e rinascita. La medicina oggi offre più possibilità di cura, ma è essenziale affiancare percorsi di supporto psicologico e riabilitativo, per permettere alle pazienti di ritornare alla vita“.

 

A cura di Martina Russo

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