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Pregiudizi, chi ne ha di più, gli uomini o le donne?

Un recente studio non solo rivela come i pregiudizi siano difficili da eliminare ma anche che sembrano essere più radicati soprattutto in uno dei due sessi

by Laura Farnesi
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Chi associamo spontaneamente alla leadership? E chi invece ai ruoli di supporto? Un nuovo Osservatorio sul Gender Gap, promosso da B Side, laboratorio di Neuromarketing, ha raccolto dati significativi per rispondere a questa domanda, misurando le associazioni implicite sui ruoli di genere.

I primi risultati mettono in luce dinamiche ancora radicate: gli stereotipi non solo persistono, ma sembrano essere ancora più forti nelle donne piuttosto che negli uomini. Ambizione, determinazione e potere vengono associati più facilmente alla figura maschile, mentre compassione, comprensione e supporto a quella femminile

Misurare in modo oggettivo le associazioni mentali legate ai ruoli di genere, che contribuiscono a ostacolare il raggiungimento della parità di genere. Questo è l’obiettivo del neonato Osservatorio sul Gender Gap realizzato da B Side, laboratorio di Neuromarketing di Bologna.

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Sono stati raccolti i primi dati significativi. La misurazione si è concentrata sull’associazione tra i concetti Leader-Uomo e Support-Donna. In particolare, si voleva capire in che misura i partecipanti – 200 lavoratori e lavoratrici residenti in Emilia-Romagna – collegassero l’idea di leader agli uomini e quella di supporto alle donne. Per farlo, è stato chiesto loro di svolgere alcuni compiti di categorizzazione tra concetti specifici, andando poi a misurare la velocità di risposta.

L’analisi è stata svolta attraverso il test di associazioni implicite (IAT). Uno strumento che nasce nel campo della psicologia sociale per studiare le associazioni implicite di tipo razziale. Il suo uso è poi stato esteso a diversi ambiti, tra cui il marketing per misurare la rilevanza dei legami associativi (es. di brand) della memoria del target audience.

Cosa è emerso

I pregiudizi di genere risultano più forti per le donne rispetto agli uomini. In particolare, le donne associano maggiormente il concetto di Ambizione, Determinazione e Potere alla figura maschile, e i concetti di Compassione e Comprensione, Disponibilità e Supporto alla figura femminile. I concetti di Autorevolezza e Carriera vengono associati al genere maschile con pari forza da uomini e donne, così come Assistenza e Famiglia al genere femminile.

“Sul campione totale per tutti i concetti considerati – spiega Elena Sabattinifounder di B Side– abbiamo rilevato un’associazione di forza moderata che supporta lo stereotipo di genere, per cui la figura maschile è più tipicamente associata a ruoli di leader mentre quella femminile a ruoli di supporto. In particolare, questo avviene con massima forza per i concetti di Carriera e Pazienza, e a seguire Assistenza, Comprensione e Famiglia.”

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Elena Sabattini

La metodologia usata

Lo strumento utilizzato è stato lo IAT (Implicit Association Test) e si basa su idee, credenze, motivazioni e aspettative personali non consapevoli e non controllabili che si formano durante l’intero arco di vita e che si aggiornano a ogni esperienza vissuta. Si parte dal presupposto che l’esposizione ripetuta a un’associazione la rafforza e la rende più resistente al cambiamento.

In pratica lo IAT misura la forza associativa tra concetti presenti in memoria, mediante l’analisi dei tempi di reazione. È più facile – quindi veloce – associare due concetti quanto più sono associati in memoria, e viceversa. Il campione: 200 soggetti divisi a metà tra uomini e donne. In questo tipo di indagine già con 100/150 partecipanti profilati è possibile ottenere risultati robusti e significativi, poi generalizzabili al target audience totale.

L’Osservatorio proseguirà la sua ricerca sul gender gap, ampliando l’analisi ad altre categorie, come gli studenti. Resta inoltre a disposizione delle aziende che desiderano approfondire le associazioni implicite nel proprio target di riferimento, offrendo strumenti di analisi avanzati per comprendere percezioni, bias e dinamiche inconsapevoli che influenzano decisioni e comportamenti.

A cura di Laura Farnesi

Leggi anche: Scuola e discriminazione economica: appello all’Inclusione

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