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Milano detta il ritmo della moda maschile 2026

Tra sfilate raffinate e celebrities, lo stile maschile cambia volto

by Viola Bianchi
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Si è conclusa la settimana della moda maschile primavera estate 2026 e Milano, con la sua grazia severa e il suo passo internazionale, ha dettato ancora una volta il ritmo estetico del futuro prossimo. Una stagione dominata da un’eleganza disinvolta e consapevole, dove l’uomo ritrova il piacere della leggerezza senza rinunciare alla profondità. Le passerelle hanno parlato un linguaggio fatto di nuance polverose, silhouette rilassate e materiali che sussurrano al tatto. Da Brioni a Etro, da Dunhill a Emporio Armani, il menswear si muove verso una dimensione fluida e sofisticata, lontana dall’urgenza del trend effimero.

Eleganza fluida e materiali che parlano

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I colori si fanno tenui, declinati in pastelli inusuali come il lilla, il burro, il rosa cipria, mescolati con la solidità dei toni della terra: ocra, ruggine, sabbia, terracotta. I tessuti si aprono all’aria, tra lini lavati, popeline stampati, suede serici e cotoni morbidi. Etro disegna un esteta nomade che veste il mondo con fioriture ton sur ton e geometrie paisley, mentre Brioni propone un’eleganza sussurrata, fatta di completi impalpabili come brezza costiera. Vivienne Westwood ritorna a Milano con una collezione che è un omaggio colto al dandy moderno, evocando il Grand Tour britannico tra canapa leggera e motivi floreali disegnati a mano. Bally si reinventa con un colpo di racchetta e riporta in auge il tennis anni Novanta, trasformando la memoria sportiva in stile urbano. Dunhill, invece, affonda le radici in una aristocrazia non convenzionale, dove i cani in passerella, i trench da vestaglia e le biciclette da gentleman celebrano un’eleganza che non teme l’ironia.

Star in prima fila e giovani talenti in passerella

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Le righe si rincorrono su completi over, camicie destrutturate e bermuda ampi, affermando un’estate a strati, tra picnic improvvisati e aperitivi sul molo. Emporio Armani guarda a Sud e porta Pantelleria in città, con silhouette morbide, corde da annodare in vita e colori che sanno di pietra e vento. Gli accessori si fanno dichiarazione: cappelli in paglia scomposta, sandali ring e ciabatte in pelle ruvida compongono il vocabolario di una nuova disinvoltura. Numerosi i vip presenti nella settimana della moda. Da Marco Mengoni che ha scelto Magliano e ancora, Harris Dickinson, arrivato in Italia per presenziare al fashion show di Prada. Sempre da Prada, abbiamo visto Mahmood con un look in stile western di Ramona Tabita. Michele Morrone sceglie ancora Dolce & Gabbana.

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L’attore ha presenziato allo show con un completo scuro satinato. Sempre da Dolce & Gabbana, anche Achille Lauro e Stefano De Martino. Da Giorgio Armani abbiamo visto Andrea Iannone, il premio Oscar Adrien Brody e Giuseppe Fiorello, mentre Riccardo Scamarcio ha scelto Tod’s, come l’attore Dario Aita e il musicista Lennon Gallagher, come la coppia formata da Stefano Accorsi e Bianca Vitali. Pierpaolo Spollon, invece, ha scelto Paul & Shark. Per Domenico Formichetti hanno sfilato in passerella Tony Effe e l’attaccante del Milan Rafael Leao. I designer emergenti hanno saputo incidere: Setchu modella il gesto primordiale del vestire con capi che si avvolgono come pensieri, Qasimi racconta la memoria stratificata di un nomade contemporaneo e PDF mescola streetwear e prigioni interiori con una potenza teatrale.

La moda maschile, oggi, non chiede di stupire, ma di sussurrare. È un’ode alla lentezza intelligente, al dettaglio che svela, al gesto che afferma. Come una camicia sbottonata dal sole, come un orlo lasciato frangiare dal vento, la primavera estate 2026 non cerca il clamore: preferisce il fascino.

A cura di Viola Bianchi

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